Neuroendocrinologia

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Gruppo guidato da Stefano Gotti (facente funzioni)

Neuroendocrinologia

Gli ormoni sono tra i fattori ambientali più importanti per lo sviluppo, il differenziamento e il funzionamento del sistema nervoso. In particolare, il nostro gruppo di ricerca è interessato alle interazioni tra ormoni steroidi, circuiti nervosi e comportamenti dipendenti dagli steroidi, come il comportamento sessuale e l’assunzione del cibo.
Chiarire queste interazioni può essere fondamentale per capire le cause che portano ad alcune malattie comportamentali (anoressia, depressione) o neurodegenerative (Parkinson, Sclerosi multipla) che presentano una forte componente di differenza tra i sessi.

2010-2020 NICO, i nostri 10 anni

Inoltre, una minima alterazione degli equilibri ormonali - come quelle determinate dall’esposizione a composti chimici in grado di interagire con i loro recettori - può indurre effetti dannosi sul comportamento e la fisiologia degli animali e dell’uomo.

Gli studi sperimentali in questo campo sono utili per comprendere quali valori soglia possono essere accettabili e se alcune disfunzioni possono essere causate dall’esposizione a questi fattori ambientali (leggi a proposito un articolo della rassegna stampa 2012).

Le nostre principali linee di ricerca al momento riguardano:

  • Il ruolo degli androgeni e degli estrogeni nel differenziamento dei circuiti cerebrali coinvolti nel controllo della riproduzione, soprattutto per quanto concerne la regolazione della pubertà e della fertilità, oltre che l’interazione tra questi e il controllo dell'assunzione del cibo e del metabolismo energetico.
  • Il ruolo dei neurosteroidi e di alcuni neuropeptidi nei disturbi affettivi, al fine di capire se le differenze di genere che si riscontrano in queste malattie possano avere una base legata agli effetti endogeni dei neurosteroidi. Questa ricerca potrà aprire anche nuove prospettive di applicazione farmacologica dei neurosteroidi.
  • Steroidi sessuali e neurogenesi.
  • Gli effetti di diversi interferenti endocrini, definiti obesogeni, sulla regolazione dei circuiti cerebrali che controllano la riproduzione ed il comportamento alimentare (su questa ricerca leggi l'articolo "Gli 800 veleni nascosti dove meno te lo aspetti" - Il Venerdì di Repubblica del 21/4/2017).

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Experts endorse Parma consensus on ‘metabolic disruptors’

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Sistema nervoso e fitoestrogeni: protezione o danni? >> scopri il progetto di ricerca 

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Il nostro spin off fornisce studi completi in vivo di proof-of-concept ad aziende farmaceutiche, biotecnologiche e di dispositivi medicali o a centri di ricerca.
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News

Fondazione Veronesi premia Marilena Marraudino per la terza volta

Marilena Marraudino del NICO - Università di Torino è tra i 160 vincitori della borsa di ricerca annuale di Fondazione Umberto Veronesi. La nostra ricercatrice del gruppo di Neuroendocrinologia riceve la borsa per il terzo anno consecutivo. Nel 2023 studierà le conseguenze sulla prole adulta dell'esposizione a stress e fitoestrogeni in gravidanza.

31 maggio 2023

Bisfenoli e sclerosi multipla: effetti sull’esordio e il decorso clinico della patologia nel modello murino

La sclerosi multipla è una patologia multifattoriale, ovvero più fattori di rischio sono coinvolti nella sua insorgenza. Tra quelli legati all’ambiente è importante approfondire gli effetti dell’esposizione ai distruttori endocrini, in particolare ai bisfenoli presenti nelle plastiche.

Il gruppo NICO di Neuroendocrinologia ha quindi esaminato, in entrambi i sessi, gli effetti dell'esposizione perinatale a BPA e BPS. Lo studio, pubblicato su Cell and Tissue Research conferma un effetto nocivo soprattutto nei maschi, con un'anticipazione dell'insorgenza della malattia e una maggiore perdita di motoneuroni nel midollo spinale.

21 aprile 2023

Non solo bisfenolo A: gli effetti dell’esposizione ai bisfenoli in gravidanza e allattamento

Anche il BPS - il sostituto più usato per l’ormai tristemente famoso bisfenolo A - si comporta da interferente endocrino, con effetti talvolta peggiori di quelli causati dal BPA: può infatti alterare l’encefalo e il comportamento della madre, influenzando la sopravvivenza della prole. Lo dimostra lo studio pubblicato su Neuroendocrinology dalle ricercatrici del gruppo NICO di Neuroendocrinologia.

7 novembre 2022