Giuseppe Levi: maestro di Nobel, scienziato e antifascista

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24/04/2019
Giuseppe Levi: maestro di Nobel, scienziato e antifascista

6 e 7 maggio 2019 

Giuseppe Levi
Maestro di Nobel, scienziato e antifascista

Accademia delle Scienze di Torino 
Sala dei Mappamondi
Via Accademia delle Scienze, 6 

Ingresso libero fino a esaurimento posti 

Sotto la sua guida l'Istituto di Anatomia Umana dell'Università di Torino raggiunse livelli scientifici di rilievo internazionale. E nel suo laboratorio, caso unico nella storia della scienza, si formarono ben tre premi Nobel: Salvatore Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini.
Ma Giuseppe Levi, pioniere della coltura in vitro dei tessuti nervosi, non è stato solo un grande scienziato.
Padre della scrittrice Natalia Ginzburg, che ne rese celebre la figura privata nel racconto autobiografico “Lessico Famigliare”, Levi è ricordato anche per l'onestà intellettuale e l'impegno civico che ne fecero un noto antifascista.
A ottant'anni dalle leggi razziali (1938-2018), L'Accademia delle Scienze e l'Accademia di Medicina di Torino lo ricordano con un convegno e la presentazione di un volume a lui dedicato.

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Giuseppe Levi (1872–1965), professore d'Anatomia Normale all'Università di Torino, fu uno dei grandi studiosi del sistema nervoso della prima metà del Novecento. Scienziato dai vasti interessi di ricerca, fu pioniere della coltura in vitro dei tessuti nervosi e svolse ricerche fondamentali sullo sviluppo embrionale e sulla plasticità delle cellule nervose. Padre della scrittrice Natalia Ginzburg, la figura privata di Levi, caratterizzata da un temperamento burbero e irascibile, ma anche da un atteggiamento franco e un'onestà intellettuale che ne fecero un noto antifascista che conobbe il carcere, è stata resa celebre dalla figlia nel racconto autobiografico “Lessico Famigliare”.

Accanto ai risultati scientifici e alla trasposizione letteraria, un terzo elemento concorse a dare notorietà alla figura di Giuseppe Levi. Nel suo laboratorio, caso unico nella storia della scienza, si formarono ben tre premio Nobel: Salvatore Luria per le ricerche sulla genetica batterica (1969), Renato Dulbecco per i lavori sui virus oncogeni (1975) e Rita Levi Montalcini per la scoperta del fattore di crescita nervoso NGF (1986).

Il volume dedicato a Giuseppe Levi (Medicina nei Secoli, 30, 1, 2018, pp. 484), che verrà presentato durante la giornata di studi, è il primo tentativo editoriale di ricostruire la storia di questa scuola di eccellenza italiana. Accanto all’originalità dei contributi, una parte rilevante del valore del volume risiede nell’apparato documentale presentato nei vari saggi.
Attraverso i documenti recuperati negli archivi italiani e americani (Rockefeller), sono emersi fatti sinora inediti come, ad esempio, il ripugnante, ma utile a futura memoria, documento del 1938 con cui viene sancita l’espulsione razziale dall’Università di Torino di ventisei accademici e ricercatori, tra cui Giuseppe Levi e l’allieva Rita Levi Montalcini; o la minaccia del ritiro del passaporto da parte del ministro Balbino Giuliano di fronte al rifiuto di Levi di firmare il giuramento di adesione al fascismo imposto ai professori nel ’31.

Un volume che parla di storia recente ma che rimanda a molti temi ancora attuali, come il ruolo che nel nostro Paese può giocare la ricerca, le alte competenze, i maestri e il loro senso civico. Un volume che esce nell’anno della ricorrenza degli ottant’anni delle leggi razziali.

Alberto Piazza, Andrea Grignolio

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